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CUORI
(COEURS)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 28 gennaio 2007
 
di Alain Resnais, con Sabine Azéma, Lambert Wilson, André Dussolier, Pierre Arditi, Laura Morante, Isabelle Carré, Claude Rich (Francia, 2006)
 
“Il cinema e il teatro hanno in comune il fatto di essere dei processi irreversibili. E' impossibile ribobinare una sequenza che ci è sfuggita di mano; cosi come non si può chiedere agli attori di rifare una scena orami recitata sul palcoscenico“. Nasce da queste semplici constatazioni gran parte del segreto dell'arte dell'ormai più che ottantenne maestro francese. La sua predilezione per le cronologie. Per il modo con il quale ogni minimo sregolamento, temporale o spaziale, qualcosa che assomiglia, ad esempio, ad un incontro casuale, può modificare il determinarsi del nostro destino.

Non a caso, neppure, uno dei grandi attori di Francia che Alain Resnais ha voluto accanto, Lambert Wilson, confessa: “al termine di ogni sequenza durante le riprese finivo per trovarmi totalmente destabilizzato. In uno stato di sospensione che è durato per mesi”. Succede, perché in un film come COEURS il protagonista di ogni opera di Resnais, il tempo, non aggiusta le cose. Per un attimo il suo svolgimento non intacca i destini, non riesce ad ovviare alle solitudini.

Analisi di situazioni, tre coppie che cercano di intervenire su quella meccanica: come in un teatro visto dall'alto che il maestro osserva con la lucida serenità offertagli dalla sua magistrale esperienza, esse tentano di ovviare alla propria solitudine, si disfano prima ancora di formarsi. Adattando una pièce dello stesso autore di SMOKING e NO SMOKING, Alan Ayckbourne, Resnais le costringe in una Parigi sulla quale la neve non finisce paradossalmente di cadere, fra pannelli di mura, vetrate, separazioni di materiali dichiaratamente fittizi che condizionano un'evasione che dovrebbe essere innanzitutto mentale. Burattini di una ronda sentimentale, di una malinconia temperata dall'umorismo; ma quella di Resnais non è mai un'analisi fredda, clinica o, peggio ancora cinica o nichilista. Al contrario, sempre intrisa da una simpatia, un affetto e una comprensione per i propri personaggi; e che la complicità del suo sempre splendido gruppo di attori non può che moltiplicare all'infinito. Permeato di un'umanità che non si ricordava dai tempi di MELO, dominato dalla maestria di una visione che permette di smontare il tempo come in SMOKING piuttosto che di dilettarsi ristrutturando la canzonetta come in ON CONNAÎT LA CHANSON, ciò che rimane in definitiva di COEURS è il potere affascinante e indistruttibile di uno sguardo. Quello solo che riesce a giustificare la parte della nostra epoca che si è presa il cinema.


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